Auto parcheggiate nelle linee di spartitraffico, nei marciapiedi e nelle aiuole, in doppia fila e nelle corsie degli autobus pubblici, negli attraversamenti pedonali. L’orario di ingresso e di uscita dalle scuole della città di Arezzo mostra il delirio di onnipotenza di chi si trova alla guida. La fretta però non può essere la scusante di tutto questo. Anche perché il tempo perso a districarsi tra le file interminabili a colpi di clacson è molto più che quello che si guadagna se si parcheggia al cancello della scuola. L’inizio del nuovo anno scolastico, ancora accompagnato dal bel tempo, ha fotografato una situazione irrisolta, quasi aggravata, di abitudini alla mobilità poco sostenibile.
Il girone dantesco di via Petrarca
Tra i punti più caldi della viabilita ‘scolastica’ c’è quello in fondo a via Petrarca. Qui si concentrano moltissime auto per accompagnare o riprendere gli studenti che frequentano le scuole della zona: Itis, Scientifico, il Colonna, la Gamurrini e la Cesalpino. Ieri mattina ad esempio questo è stato uno dei punti che ha visto presenti per alcune ore, a partire dalle 8, i volontari della Fiab che stavano portando avanti il censimento della popolazione che usa la bicicletta per spostarsi in città. “E’ un infermo di macchine la mattina, le bici ne sono passate, con un leggero calo rispetto ad anno scorso, le piste ciclabili sono occupate dalle macchine in maniera abusiva, presenti anche i vigili, ma c’era una presenza insensata di automobili visto che oltretutto non piove.”
Via Tricca, tra piste ciclabili e ingorghi
Non è immune da problemi l’area dove si trova la scuola elementare Aldo Moro, la materna Pianeta Azzurro e la media Margaritone. Il parcheggio della scuola evidentemente non basta a contenere tutti la mattina, ma la zona è comunque ben servita da piste clicabili e ampi marciapiedi. Parcheggi di appoggio per salire e scendere dall’auto ci sono anche lato parco Giotto al di là del sottopassaggio pedonale, alla chiesa di Santa Maria delle Grazie e alla rotatoria di via Giotto. Tutti i tratti permettono di arrivare in classe in meno di cinque minuti. Eppure anche qui i disagi sono quotidiani per via delle abitudini consolidate al parcheggio selvaggio.
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La richiesta della Ztl ‘scolastica”
E allora perché non istituire una sorta di “ztl scolastica” almeno nei luoghi più critici, più centrali? Questa è la prima scelta proprio della Fiab di Arezzo per voce del suo presidente Fabrizio Montaini: “La ztl intorno alle scuole va fatta, non si possono vedere certe cose. A San Giuliano non riescono ad entrare nel cancello della scuola da quante macchine ci sono parcheggiate davanti. Non è ammissibile, oltre che per un discorso di rispetto dei pedoni, che sono l’utenza debole, ma anche per motivi di salute, con quelle macchine accese davanti alle scuole, uno respira i gas di scarico e inizia bene la giornata. Noi ci auguriamo che l’appello che facciamo da anni venga ascoltato almeno per alcune realtà.”
Il progetto del pedibus
Intanto si ripete e si allarga il progetto del pedibus “che non può e non deve restare finalizzato a una sola giornata di sensibilizzazione” dicono gli Amici della Bici di Arezzo. Nei giorni scorsi grande partecipazione c’è stata a quello organizzato in maniera congiunta con i bambini della scuola Pio Borri e di Cappuccini che sono partiti a piedi dal piazzale del supermercato di via Calò e accompagnati da maestre e volontari della Fiab hanno percorso il tratto comune, poi si sono salutati e ognuno ha raggiunto la propria classe. Il gruppo storico della Pio Borri ha così avuto tanti amici in più con cui andare a scuola insieme chiacchierando. “E’ andata bene – dicono dalla Fiab – e anche altre due scuole ci hanno contattato per fare il pedibus anche da loro.”
Il censimento degli spostamenti in bici
Ieri è stata la giornata del censimento dei cittadini che usano la bicilcetta in città. I volontari della Fiab si sono posizionati nelle principali direttrici delle piste ciclabili aretine. In via Crispi Fabrizio Montaini ha osservato un calo di presenze: “E’ un fenomeno strano da analizzare, ma ho registrato un calo di ciclisti sia uomini e donne. Come spiegarselo? Con lo smart working che tiene ancora vuoti alcuni uffici del centro? Oppure con l’aumento del traffico delle auto che rende difficile la convivenza con bici e pedoni?”. In linea con i dati degli anni precedenti invece quelli di altre direttrici, come ad esempio via Petrarca. “Noi speriamo che la nuova linea dell’ufficio mobilità del comune di Arezzo porti i suoi frutti in materia di mobilità sostenibile.”