Gita di FIAB – LEGAMBIENTE Arezzo il 24 marzo 2024 a Ponte Buriano e Poggio Cuculo
In occasione della giornata internazionale dell’ACQUA (22/3), istituita dall’ONU per sottolineare l’importanza della risorsa, della necessità di tutela, di un uso razionale e sostenibile. L’eterna “danza pirrica” del ciclo idrologico (1) non si ripete sempre con gli stessi ritmi, ma alterna fasi estreme: da lunghi periodi siccitosi ad eventi catastrofici, dovuti alla crescente energia della atmosfera, causata dal riscaldamento globale, determinato dal rapidissimo incremento antropico dei gas serra.
FIAB, con la partecipazione di Legambiente, ha proposto una gita bella ed istruttiva, lungo ciclabili, nel paesaggio agrario e perifluviale, per visitare due significativi impianti di Nuove Acque (gestore del Servizio Idrico Integrato). A Campo di Marte siamo una quindicina, muniti di equipaggiamento da pioggia (dato il tema e le previsioni). Campus del Pionta (anche con auto in sosta sulla ciclabile), ospedale S. Donato, v. P. Nenni e v. martiri di Cefalonia, v. P. Calamandrei, Ponte a Chiani.  Si prosegue per la via Romea e ci si sofferma al depuratore, che raccoglie le acque miste “civili ed industriali”. Da Pratantico si percorre il tracciato che scende al tratto terminale della Chiana e passa sulla passerella. Alla SP1 “Setteponti” si percorre la deviazione bici (obbligata), per arrivare al romanico Ponte a Buriano (bella opera ad archi ribassati multipli, che si osserva nel paesaggio leonardesco della Gioconda); una pattuglia stradale, che attende i partecipanti della ciclostorica dell’Ardita, ci facilita l’attraversamento. Si perviene quindi al Fitodepuratore, dove ci attende il tecnico di Nuove Acque; inizia a piovere, ma ormai siamo a mollo. Si tratta di un piccolo ma significativo impianto da 600 abitanti equivalenti, detto “a flusso superficiale” che sfrutta le capacità delle piante, di depurare le acque cloacali del paese; dopo la rimozione dei solidi, i reflui sono immessi in una vasca, dove migliaia di palle di plastica favoriscono la ossigenazione, con una specie di “effetto cascata”, quindi le acque sono convogliate in un lagunaggio, dove opportune essenze vegetali (canne palustri), utilizzano i nutrienti e rendono le acque idonee ad essere scaricate in Arno, cosa importante, tanto più che siamo nella Riserva Naturale.
In sella verso Poggio Cuculo, si riattraversa il ponte romanico e, percorrendo la riva sinistra, si risale la ciclopista dell’Arno fino a Buon Riposo, dove fino al 1956 c’era il traghetto. Con un breve strappo si perviene a Campoluci, dopo aver passato il bivio per il vecchio acquedotto comunale (attualmente stazione di pompaggio dall’Arno nei periodi di sospensione dell’acqua di Montedoglio). Da Petrognano si attraversa la SP Libbia e, poco prima di Patrignone si sale al Poggio Cuculo, dove è situato quel gioiellino tecnologico che è il POTABILIZZATORE, oggetto della nostra visita.
Un bell’acquazzone ci dà il benvenuto, il tecnico ci mostra per prima cosa l’arrivo della materia prima: l’acqua dell’invaso di Montedoglio, giunge per caduta dalla “finestra di Lucignanello” (1): una turbina a passo variabile (in funzione delle portate), produce energia elettrica. La quantità è di ca. 200 l/s (attorno a 6M di m3/a) (2) e serve per la città di Arezzo. Ci viene spiegato, come dall’acqua proveniente dal Tevere (3) entra in una vasca di carico, per poi subire una pre ozonizzazione e quindi passare ad un impianto di chiarificazione con flocculanti a base di sali di alluminio che spogliano l’acqua da mucillagini ed altre impurità. Si passa poi ai filtri a sabbia. Il passaggio successivo consiste nella ozonizzazione. I filtri a carbone danno il tocco finale all’acqua potabilizzata, prima di essere immessa in rete; per ulteriore sicurezza igienica, l’acqua viene trattata con biossido di cloro. Un macchinario affascinate è quello che produce ozono (4) tramite scariche elettriche che si osservano da un oblò. In definitiva abbiamo visto, come la produzione di acqua potabile è un vero e proprio processo industriale, con tecnologie all’avanguardia e costantemente aggiornate.
Poi tutti i salmi finiscono in gloria, con un gradito buffet che è stato spazzolato dai solerti ciclisti.

Arezzo 26 marzo 2024
Per FIAB e LEGAMBIENTE
Enrico Valentini

 

 

 

 

 

 

(1) Dante con pochi versi delinea il ciclo idolologico che va dalla evapotraspirazione, le precipitazioni, l’infiltrazione e la corrivazione:
…in fin là ‘ve si rende per ristoro / di quel che’l ciel de la marina asciuga, /ond’hanno i fiumi ciò che va con loro….  – purg. XIV 33-35
(2) La cosiddetta finestra di Lucignanello, in zona Tregozzano – via Libbia – è il punto di arrivo del condotto in galleria, che mette in comunicazione la diga di Montedoglio e la collegata diga del Singerna, con lo schema irriguo occidentale della Valdichiana; si trova ad una quota più elevata di Poggio Cuculo.
(3) Negli anni, il volume prelevato, è via via diminuito fino ad un buon 40%, mano mano che le perdite di rete vengono ridotte.
(4) In alcuni periodi invernali, quando le condotte di Montedoglio sono in manutenzione, viene attivata la presa sull’Arno a Buon Riposo.
(5) L’ozono si forma durante i temporali ed è costituito da tre atomo di ossigeno, ha capacità fortemente ossidanti, ha un caratteristico odore aglioso.